È sufficiente un solo atto per pignorare il saldo dei conti associati ai POS.
Il Tribunale Economico-Amministrativo Centrale. nella risoluzione del 27 ottobre 2016, risolve la questione se sia legale il pignoramento di crediti derivanti dagli accrediti sul conto del debitore che si realizzeranno nell'istituto finanziario in cui ha il conto aperto, a seguito di utilizzo di terminali POS, attraverso i quali i clienti del debitore fiscali effettuano il pagamento di beni e servizi acquistati.
In primo luogo, siamo di fronte ad uno dei metodi di pagamento più usati, la frequenza con cui i soldi sono accreditati sul conto è di solito tutti i giorni, in modo che non c’e un accredito per ogni operazione ma totale al termine di ogni periodo .
Detto questo, il Dipartimento delle Entrate ritiene che, nel momento in cui il debitore si trovi insolvente in fase esecutiva, gli organi esecutivi possono dettare il pignoramento contro di lui, indirizzandolo al soggetto obbligato a soddisfare il diritto di credito ovvero l'istituto di credito.
Le istituzioni finanziarie, in nessun caso sostengono il non pignoramento di queste somme, ma successivamente sostengono il non pignoramento dei saldi al momento della ricezione del provvedimento.
Il titolare dell’esercizio commerciale è tenuto ad accettare il pagamento mediante l’utilizzo della carta come pagamento dopo la notifica del pignoramento.
A questo bisogna aggiungere che la disponibilità dei fondi è quasi immediato dal momento che la totalizzazione delle operazioni soddisfatte tramite carta di POS è fatto in periodi molto brevi, in genere tutti i giorni.
Detto questo, il Tribunale stabilisce come criterio unico che il pignoramento sul conto del debitore d'imposta, che verrà effettuato dall'istituto finanziario in cui il conto è aperto, dei crediti derivanti dall’ uso di POS, puo’ avvenire senza la necessità di emettere un ordine di pignoramento differenziato per ciascuno dei saldi che con la periodicità concordata sono pagati in quel conto.
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